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La sentenza si riferisce all’inchiesta avviata dopo la denuncia di un consigliere comunale della città, allora del PD, poi passato a Forza Italia ed infine al gruppo misto, egli stesso coinvolto nell’inchiesta Gettonopoli assieme a numerosi altri consiglierei comunali della città. In udienza preliminare è stato lo stesso Pubblico Ministero a richiedere il non luogo a precedere per l’inesistenza di reati a carico di Alessio Ciacci, già liquidatore di Messinambiente, e di Raphael Rossi, per un periodo consulente dell’azienda messinese. Il giudice ha stabilito che non c’è stato alcun reato.

“La totale fiducia nella magistratura mi vedeva sicuro in una assoluzione – afferma Alessio Ciacci- visti i fatti oggetto dell’indagine. Ma il fatto che questa totale assoluzione sia arrivata addirittura in udienza preliminare mi rende ancora più contento. Da amministratore pubblico, il mio impegno verso la trasparenza, la partecipazione e l’efficienza delle pubbliche amministrazioni continua e si rafforza alla luce di questa ulteriore circostanza. Infine un ringraziamento particolare ai legali che mi hanno assistito Giuseppe Mazzotta, Sergio Laganà e Giuseppe Zampaglione”.

L’intervento attuato in poco più di un anno in Messinambiente aveva comportato per l’azienda vantaggi per oltre 3 milioni di euro, attraverso una significativa riduzione di costi (straordinari, festivi ecc), l’intercettazione di finanziamenti a fondo perduto, l’aumento delle raccolte differenziate, l’avvio del porta a porta in alcuni quartieri della città, il licenziamento disciplinare di un dirigente, l’internalizzazione dei servizi di trasporto in discarica, l’eliminazione di contratti di fornitura superflui, l’approvazione di un codice di disciplina interno per tutti i lavoratori, l’avvio di gare e procedure a evidenza pubblica mai adottate prima dalla società, piani di formazione per i dipendenti apicali, numerose contestazioni disciplinari per accertati casi di comportamenti sanzionabili in azienda, l’avvio di percorsi di partecipazione sia interni, rivolti ai lavoratori, che esterni rivolti alla città.

Alessio Ciacci aveva poi deciso di lasciare l’incarico vista l’impossibilità, manifestata dal Comune, di uscire dallo stato di liquidazione e di poter dare quindi una seria prospettiva di sviluppo alle attività avviate con il suo intervento.

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